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Le attività di maggio dell’associazione
È disponibile il calendario delle prossime attività organizzate dall’Associazione per i monumenti domenicani. Può essere consultato e scaricato direttamente da
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CASA ANDREASI

Storia
La casa della beata Osanna Andreasi è sita in Mantova, al numero 9 di via Pietro Frattini, nella antica contrada del Cervo, di fronte alla chiesa di Sant’Egidio e a fianco dell’imponente Palazzo Valenti Gonzaga.
L’edificio prende l’attuale aspetto nella seconda metà del XV secolo, quando diventa dimora della famiglia Andreasi, con Nicolò, padre della beata Osanna. La casa rimane di proprietà degli Andreasi o di famiglie con essi imparentate fino al 1780, quando passa, per dote nuziale, alla famiglia dei conti Magnaguti. Alessandro, ultimo della casata, la fa restaurare per donarla alle suore domenicane perché vengano a Mantova ad abitarvi, tenendo vivo il ricordo della Beata. La mancata realizzazione del progetto fa sì che nel 1934 ad alcune terziarie domenicane sia permesso di alloggiare nella casa e nel 1958 il luogo divenga sede delle riunioni del Terz’Ordine. Alla morte del conte Magnaguti (1966) la casa passa in parte alla parrocchia di Sant’Egidio e in parte alla Provincia domenicana che, nel 1991, divenuta proprietaria dell’intero edificio, dà inizio ai restauri che permettono oggi l’apertura alle visite. Nel 2004 anche il giardino è stato restaurato per ricreare l’aspetto e l’atmosfera dell’hortus conclusus e del giardino dei semplici.

Arte
Casa Andreasi rappresenta un raro esempio di dimora del XV secolo: la facciata, di gusto fancelliano, è caratterizzata dal ritmo delle finestre e dal cotto che le contorna. Gli interni presentano soffitti del XV e XVI secolo, affreschi e decorazioni dal XV secolo al XVII secolo riferibili al gusto giuliesco, porte originali in legno, camini in marmo e antiche scale in cotto. Vi è esposta una piccola quadreria di argomento per lo più religioso: ritratti della beata Osanna datati al XVI-XVII secolo e di santi domenicani, alcune sculture, alcuni dipinti di Giannino Giovannoni (Mantova 1938-Mantova 2007), Eugenio Andreasi (Lecco 1870-Venezia 1950) e uno di Felice Andreasi (Torino 1928-Cortazzone d’Asti 2005), stampe antiche, un fondo librario con incunaboli e cinquecentine (libri di preghiera e biografie della beata Osanna), alcuni oggetti appartenuti alla Beata risalenti al XV secolo (un crocifisso in legno, un pettine in avorio, un anello, un abito…).

Fede
La Casa si caratterizza come piccolo santuario, essendo qui vissuta ed essendovi morta la beata Osanna (1449-1505), mistica e laica domenicana. Osanna nacque a Carbonarola, nella bassa mantovana, da Nicolò, della nobile famiglia degli Andreasi, e da Agnese Mazzoni. Secondogenita di una famiglia numerosa, Osanna fin da piccola visse esperienze mistiche. A soli quindici anni ottenne, vincendo dopo molte insistenze l’opposizione della famiglia, di vestire l’abito del terz’ordine domenicano. La sua vita è improntata sul modello di quella di una grande domenicana, santa Caterina da Siena; visse una vita esemplare di preghiera e contemplazione secondo la tradizione della regola domenicana, pur entrando nel Terz’Ordine soltanto nel 1500. Nel rispetto delle sue abitudini riservate e di penitenza la futura Beata partecipò alla vita della corte mantovana dei Gonzaga, diventando ascoltata consigliera dei marchesi Federico I e Margherita prima e di Francesco II e Isabella d’Este poi. Osanna morì a Mantova nella sua casa il 18 giugno 1505. Anche grazie alle pressioni di Isabella d’Este, papa Leone X ne concesse il culto l’8 gennaio 1515. Attualmente il corpo incorrotto della Beata riposa nell’altare esterno del transetto sinistro della cattedrale di Mantova. Nella casa la Fraternita mantiene vivo il carisma domenicano, attraverso incontri di filosofia, teologia e spiritualità e mantenendo attiva la cappellina con celebrazioni in occasione di ricorrenze domenicane.

Visita
Si visitano il giardino, il piano terra, il mezzanino e il piano nobile. L’apertura e l’accoglienza dei turisti sono affidate ai membri dell’Associazione per i monumenti domenicani, che affiancano la Fraternita domenicana nella conservazione, restauro e apertura al pubblico, nei seguenti orari:
– dal lunedì al venerdì 10.00-12.00,
– il giovedì anche 17.30-19.00.
– In altri orari, il sabato, la domenica e festivi su prenotazione.
Durante le celebrazioni religiose, i concerti e le conferenze, le visite turistiche sono sospese.
Non è previsto biglietto d’ingresso; è gradita una libera offerta.

Per altre informazioni
Associazione per i monumenti domenicani:

0376 322297, 345 1539547, 333.9208885
www.associazionemonumentidomenicani.com, www.casandreasi.it,
casandreasi@virgilio.it


ROTONDA DI SAN LORENZO

Storia
Nel centro storico di Mantova si eleva uno dei più originali edifici dell’architettura romanica lombarda: la chiesa a pianta circolare dedicata a san Lorenzo, martire romano del III secolo. La data di costruzione della Rotonda è sconosciuta; la si fa risalire agli anni tra il 1040 e il 1151 (data del primo documento che la menziona come chiesa officiata). La pianta è probabilmente un richiamo alla cappella costruita sopra il Santo Sepolcro di Gerusalemme, secondo una forma poi diffusa nell’area mediterranea e nell’intera Europa. Nel 1579 la Rotonda (che si trovava nella piazza del mercato e a ridosso del quartiere ebraico) fu chiusa al culto per ordine del duca Guglielmo Gonzaga. L’abbandono dell’edificio come luogo di culto, il suo successivo uso improprio e l’incuria degli uomini causò la caduta della cupola; la muratura perimetrale della chiesa fu inglobata tra edifici privati con funzione di negozi ed abitazioni e la navata interna, senza la copertura della cupola, usata come cortile.
Nel 1907 il Comune di Mantova espropriò le case sul fianco del Palazzo della Ragione e della Torre dell’Orologio, con l’intenzione di demolirle per costruire un moderno edificio ed aprire una nuova via cittadina. Durante i lavori di demolizione la Rotonda, di cui si era perduta memoria, riapparve nella sua peculiare struttura. Dopo la ricostruzione della cupola e i primi lavori essenziali al recupero, un lungo periodo di abbandono mise a rischio la sua sopravvivenza. Nel 1924 essa stava per essere abbattuta, perché nessun Ente intendeva assumere la responsabilità del restauro. Per l’interessamento dell’allora soprintendente alle Belle Arti, Clinio Cottafavi, e dell’assistente della Fraternita domenicana, mons. Celestino Battaglia, la Rotonda fu affidata al Terz’Ordine domenicano che ancor oggi la custodisce, affiancata dall’Associazione per i monumenti domenicani. Nel 1940 il Comune di Mantova fece costruire la scalinata per renderne agevole l’accesso, trovandosi la chiesa a un livello inferiore (circa m 1,5) rispetto al piano stradale.
Per le caratteristiche del suo “ritrovamento”, la Rotonda di San Lorenzo appartiene al Demanio dello Stato.

Arte
La Rotonda è interamente costruita in laterizio: l’uso del materiale, tipico nell’architettura romanica lombarda, conferisce all’edificio un notevole senso di solidità e di plasticità, sia all’esterno, sia all’interno, dove dieci massicce e alte colonne sorreggono la galleria superiore, pure scandita da dieci colonne, e la cupola. I restauri del 2013 al paramento esterno hanno fatto riapparire alcuni elementi decorativi inseriti tra gli archetti pensili. Mentre non ci sono tracce di intonaco e quindi di affreschi all’esterno, ne persistono invece all’interno, ancora in parte leggibili. Tre volte della galleria inferiore risultano affrescate; per la composizione schematica, la rigidità delle vesti, l’espressione idealizzata delle figure e la decorazione delle vesti, si tratta di lavori attribuibili ad un artista dell’XI secolo ancora influenzato dalla pittura bizantina. Anche nella galleria superiore, piccole parti della parete perimetrale, alcune colonne e alcune volte recano tracce di affresco, probabilmente contemporaneo a quello della galleria inferiore. I lacerti più leggibili sono quelli dell’anello tra la parte inferiore e quella superiore, probabilmente di un secolo successivo. Vi sembra raffigurata la Vita di Gesù, divisa in rettangoli delimitati da colonne affrescate esattamente in corrispondenza di quelle esistenti, proseguendo così, in senso verticale, la scansione dettata dalle colonne che caratterizzano l’architettura. Nella parte più conservata si intravede l’ Adorazione dei re Magi. Nell’abside, area di destra, un frammento rappresenta Il martirio di san Lorenzo (il che fa supporre che tutta l’abside fosse affrescata con la storia del santo), che per la delicatezza dell’esecuzione ed il cromatismo leggero si fa risalire al XV secolo. A destra dell’abside si può vedere il bassorilievo in terracotta policroma della Madonna con il Bambino, opera gotica del XV secolo. Uno dei finestrelli strombati della galleria superiore è ornato con un’opera dell’artista contemporaneo Aldo Grazzi, intitolata Il Cavaliere (1990), mentre pendente sopra l’altare è un Crocifisso in marmo, commissionato nel 2003 a Stefano L’Occaso.
Nella chiesa sono anche presenti alcuni elementi di spoglio. Tre pilastrini nella galleria superiore sono particolarmente interessanti: caratterizzati da un disegno lineare e da un rilievo stilizzato e geometrico, essi possono essere attribuiti al IX-X secolo. Introdotte nella chiesa, ma provenienti da precedenti edifici, anche le due colonne romane, diverse tra loro, che si trovano davanti all’altare.

Fede
L’ispirazione architettonica e spirituale delle ‘rotonde’ cristiane, erette dopo i primi pellegrinaggi in Terra Santa e la prima Crociata, si fonda sulla prima chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La cappella della Resurrezione (Anastasis) fu fatta costruire da sant’ Elena nel luogo che lei stessa e il vescovo Macario avevano individuato come quello della crocifissione, unzione, sepoltura e resurrezione di Gesù. L’attuale grande basilica del Santo Sepolcro contiene i resti di questa prima cappella. La Rotonda di San Lorenzo, che richiama l’Anastasis nella forma, probabilmente rappresentava una tappa del pellegrinaggio verso la chiesa di Sant’Andrea, custode della reliquia del Preziosissimo Sangue, che più di ogni altra rievoca la Passione di Cristo.

Visita
L’apertura e l’accoglienza dei turisti sono affidate ai membri dell’Associazione per i monumenti domenicani, che affiancano la Fraternita domenicana nella conservazione, restauro e apertura al pubblico. La chiesa è aperta nei seguenti orari:
– sabato, domenica e festivi: 10-19,
– dal lunedì al venerdì: 10-13; 14-18 (novembre-febbraio), 10-13; 14.30-18.30 (marzo-ottobre).
Durante le celebrazioni religiose, i concerti e le conferenze le visite turistiche sono sospese..
Non è previsto biglietto d’ingresso. E’ gradita una libera offerta.

Per altre informazioni
Associazione per i monumenti domenicani:

0376 322297, 345 1539547, 333.9208885
www.associazionemonumentidomenicani.com, www.casandreasi.it,
casandreasi@virgilio.it

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