Coppia di reliquiari ad ostensorio
H 40,3 cm, l base 20,9 cm, l mostra 15 cm (reliquiario A), l mostra 16 cm (reliquiario B)
Argentiere genovese
1789
Argento sbalzato, cesellato, rame dorato, legno intagliato, dorato e dipinto, Teche: ottone argentato, argento godronato, vetro, carta colorata, seta, canutiglia, sigillo in ceralacca.
La base poggia su un basamento ligneo dorato a gradini decrescenti e mistilinei a sezione triangolare, ed è articolato in due peducci modellati a volute fogliacee che si restringono verso il centro a sorreggere un timpano mistilineo. La mostra, composta da foglie di acanto, incornicia la piccola teca ed è arricchita da figure, in una da angeli in atto di venerazione (uno regge in mano un agnello e l’altro un mazzo di gigli) e nell’altra un angelo che regge le tortore del sacrificio e il sacerdote che presenta il Bambino Gesù (allusione alla presentazione al tempio).
Ostensorio architettonico ( a Tourelle)
H 56,5 cm, base 14,9 cm, l ricettacolo 24,5 cm
Bottega fiamminga
1653
Rame sbalzato, cesellato,fuso,dorato.
Piede a sezione circolare che sostiene un fusto con nodo modanati arricchiti, piede e nodo, con teste di cherubini. La coppa è ornata da riccioli e ovoli, sovrastata da architettura con colonnine tortili e volute con teste di cariatidi, sormontate dai santi Piero e paolo in statuette. Emerge una cupola decorata a foglie con lanternino doppio, ospitante una immaginetta della Vergine e coronato da una croce apicale.
Ostensorio ambrosiano
40×13 cm
Bottega orafa lombardo – veneta
XVI secolo
Scorzarolo (Mn), Chiesa parrocchiale Inv. 203
Rame sbalzato, cesellato e dorato.
Il riccamente dettagliato ostensorio, che ricorda nelle forme i primitivi ostensori dei sacri vasi mantovani, vede un alto gradino con piede esalobato e percorso nelle diverse specchiature da decorazioni vegetali. Il nodo globulare, schiacciato con fascia istoriata vede nella coppa sovrastante, bombata, decorazioni con vegetali e cherubini ad incisione, su cui si innestano quattro colonnine montanti che reggono una copertura, bombata, decorata a foglie a sbalzo su cui campeggia una minuziosa croce apicale. L’ostensorio, ben documenta la commistione di elementi goticheggianti (piede) con altri elementi rinascimentali (decoro sostegno e base della teca). Il nodo, baccellato alle calotte e cinto in alta fascia, risulta impiegato nell’oreficeria bresciana e in generale in quella della Lombardia direttamente sottoposta alla Serenissima.
Croce pettorale
18,5×14
Bottega orafa italiana
1865 ca.
Mantova, basilica di Santa Barbara Inv. 1219
Croce gioiello, da portare appunto sul petto, presenta un crocifisso dorato con alle estremità dei bracci della croce, a tre lobi, incastonati un diamante e rubini, un significativo rubino è incastonato nel costato trafitto del Cristo, al di sotto della figura si sviluppano incisioni a motivi vegetali. L’aureola e il cartiglio con l’iscrizione “INRI” risultano applicati. Tre perle scaramazze pendenti e l’anello per appendere completano la piccola ma preziosa opera. L’opera appartenuta al duca Vincenzo I Gonzaga e ritenuta descritta in un inventario dell’ottocento è in realtà un rifacimento più tardo di una precedente croce donata alla basilica di Santa Barbara dal duca Guglielmo, figlio di Margherita Paleologo.
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